… Eppure quella che stiamo vivendo è una grande occasione per una presa di coscienza…
Da dieci mesi a questa parte l’umanità si trova a convivere con l’epidemia targata Covid 19. L’emergenza sanitaria è sotto gli occhi di tutti e gravi sono state, sono e saranno le ripercussioni economiche e sociali in molti Paesi del mondo. La politica e il potere in generale sembrano in larga parte essere incapaci di affrontare la situazione a 360 gradi e a ogni piè sospinto emergono lotte, interessi di parte, divisioni e il consueto arricchimento dei pochi a scapito dei molti. Emerge anche il desiderio che tutto torni come prima, ignorando la necessità di una discontinuità.
La stampa e i media riflettono l’oscillazione che c’è fra catastrofismo e vittimismo e una grande disarmonia sembra regnare nelle menti degli uomini, intenti a cercare oscure macchinazioni piuttosto che a cambiare se stessi, aprendosi alla dimensione del servizio e della solidarietà.
Eppure quella che stiamo vivendo è una grande occasione per una presa di coscienza sul fallimento di un modello di sviluppo che non ha portato felicità all’essere umano. È dunque necessario cambiare i paradigmi che si basano sul primato dell’egoismo e della dimensione dell’avere.
L’ideale teosofico della Fratellanza Universale senza distinzioni emerge oggi in tutto la sua importanza, riflesso di quel concetto di Unità della Vita che è il solo in grado di ispirare un cambiamento legato al Bello, al Buono ed al Vero.
In questo periodo caratterizzato dal cosiddetto Kali Yuga, dunque da uno stato di progressiva immersione e identificazione con il livello materiale, risuonano le voci di molti saggi, di poeti e di uomini di buona volontà, che ricordano che – comunque – questo è il tempo delle possibilità: possibilità di indagare le cause; possibilità di osservare gli effetti; possibilità di comprendere che la realtà non è solo quella percepita dai sensi; possibilità di operare a beneficio di tutti gli esseri; possibilità di contribuire ad edificare un mondo più libero e più giusto; possibilità di divenire degli esseri “pensanti” e non “pensati”; possibilità di percorrere la giusta via di mezzo.
Queste parole del teosofo C. Jinarajadasa (1875–1953) appaiono ancor oggi di grande attualità: “La sostanza – non l’ombra; i fatti – non le apparenze; l’oggetto – non l’immagine; la vita – non il sogno; la causa –non la sequenza; l’amore – non il desiderio; il cerchio – non il segmento; la fiamma – non ciò che riluce; non attendere né sperare, solo vedere; mai diventare, solo ESSERE”.
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